FONTE: UFFICIO STAMPA WRT – Dominatore incontrastato della serie continentale, cinque successi di categoria (di cui tre assoluti), pongono il pilota della scuderia torinese sul trono europeo di Terzo Raggruppamento. Una cavalcata wagneriana? Sicuramente sì, ma costruita con molta tenacia e non senza imprevisti e difficoltà
REGGIO EMILIA, 9 settembre – Q uanti chilometri dista Lipsia, la città natale di Richard Wagner, da Reggio Emilia, dove risiede Andrea Zivian? All’incirca mille chilometri. Eppure le galoppanti note della Cavalcata delle Valchirie si sentono forte e chiaro nell’officina del pilota nella città emiliana. Anche perché a suonarle è proprio Andrea Zivian, con il suo navigatore Denis Piceno, che ha intonato la composizione più famosa del musicista prussiano lungo le prove speciali del Campionato Europeo Rally Storici, serie nella quale il portacolori di Winners Rally Team ha conquistato il titolo di Terzo Raggruppamento, classificandosi primo della sua categoria in tutte le cinque gare disputate, palmares impreziosito da tre vittorie assolute (Vltava Rallye in Repubblica Ceca, Mecsek in Ungheria e il recente Rally de Asturias Historico, in Spagna), un secondo posto (Rallye Weiz in Austria) e un quarto al Rally Sanremo Storico.
Un passo irresistibile quello del pilota reggiano che immediatamente precisa quanto il successo non sia stato facile. “Gli avversari c’erano, eccome. A cominciare da quel Karl Wagner, su Porsche 911 SC, che mi ha bruciato sul traguardo nel 2019 (in quella stagione Zivian giunse secondo a soli due punti dal pilota austriaco, per una foratura nella prima tappa al Mecsek del finale di stagione), al tedesco Siegfried Mayr e la sua Volvo. Le gare cui abbiamo partecipato avevano tutte caratteristiche diverse” ripassa con la mente Zivian “dalle velocissime prove in Austria, allo sconnesso ungherese, alle prove molto difficili e tecniche della gara spagnola. Senza considerare che in ogni gara, oltre ai piloti dell’europeo, bisognava fare i conti con i locali”.
Una stagione filata via liscia, o quasi. “Tutto è andato per il meglio, ma come sempre si è tranquilli solo a gara finita” analizza Zivian che nel corso della stagione si è imposto (nell’assoluta) in 37 prove speciali. “Al Weiz in Austria eravamo al comando della gara nella classifica assoluta e tutto sembrava andare per il meglio come in Cechia e in Ungheria, quando nell’ultima prova la nostra Audi quattro si è ammutolita. Si era rotta una membrana della pompa benzina, il classico pezzo da due euro, che sempre si rompe nei rally e che rimanda a casa gli equipaggi con le pive nel sacco. Fortunatamente è successo alla fine della prima tappa e siamo rientrati con il Super Rally il giorno successivo. Eravamo precipitati dal primo al ventesimo posto assoluto, ma soprattutto eravamo diventati sesti di Terzo Raggruppamento”. Il coriaceo pilota di Winners Rally Team e il suo navigatore Denis Piceno, non si arrendono e iniziano il giorno un veemente recupero che li porta a vincere tutte le speciali, imponendosi nel Terzo Raggruppamento (ovvero il risultato importante ai fini di campionato europeo) chiudendo secondi assoluti a meno di un minuto dal vincitore.
Se esaminiamo i freddi numeri, la gara meno “soddisfacente” per Zivian-Piceno è stato proprio il casalingo Sanremo Rally Storico, nel quale l’equipaggio di Winners Rally Team ha concluso fuori dal podio ma primo di Terzo Raggruppamento, con bottino pieno di punti in ottica continentale. “Tutti mi chiedono come mai al Sanremo sono arrivato ‘solo’ quarto proprio nel quarantesimo anniversario del successo di Michelle Mouton-Fabrizia Pons, con un’Audi quattro simile alla mia”. Bella domanda. “Innanzi tutto la gara italiana aveva un elenco iscritti da paura. Gli italiani, sono scatenati fra le storiche. E poi bisogna ricordare che il Sanremo del 1981 aveva le sue belle prove speciali sulla terra della Toscana, dove la quattro della Mouton con le sue quattro ruote motrici fece faville. Il Sanremo di oggi si svolge esclusivamente sulle strade dell’entroterra, strette e tormentate che mettono in difficoltà un imponente incrociatore come la mia quattro”.
E proprio a proposito di Audi quattro (cinque vittorie assolute in dieci anni, tre delle quali in questa stagione) sorge spontanea un’altra domanda. Perché? “Semplicemente perché correre con un’Audi quattro è alternativo alle legioni di Porsche che popolano gli elenchi iscritti dei rally storici. E molto più difficile e impegnativo. Ho comprato questa quattro nel 2011 e ho iniziato a correrci l’anno successivo. Ma soprattutto ho iniziato a lavorarci su. Per le Porsche esistono cataloghi ricambi infiniti, su Internet trovi tutto. Della quattro non c’è nulla. Essendo molti i preparatori che sviluppano la Porsche la vettura cresce sull’esperienze di gruppo. La nostra è la sola Audi seria in circolazione. E ci siamo dovuti inventare tutto, studiare tutto” sottolinea ancora Zivian che conclude la disquisizione tecnica con una riflessione. “Paradossalmente l’anno di Covid ci è stato molto utile. Abbiamo disputato una sola gara, ma abbiamo lavorato duro in officina e la nostra quattro quest’anno è stata perfetta, invece di rompersi costantemente come capitava nel passato”.
Pronto a rispolverare l’abito di gala per la premiazione FIA Andrea Zivian butta uno sguardo al futuro. “Vincere un europeo non è un punto di arrivo, ma di partenza per partire all’assalto verso la vittoria di un altro Europeo l’anno successivo”. Passando al tempo più immediato Zivian afferma: “Al momento sto lavorando per preparare la grande festa di fine stagione. E poi tirerò fuori dal letargo il mio amico Fabio Ceschino per andare a fare qualche gara. Ad esempio il Castiglione di cui abbiamo vinto le ultime due edizioni, quelle del 2018 e 2019 con la Clio S1600. È diventato nazionale? Allora tirerò fuori la Peugeot 306 Maxi e sarà guerra per tutti”.
Insomma, anche nei rally moderni, Andrea Zivian si pone in mondo alternativo. Ma con che spettacolo di macchina…
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