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La mia prima volta 2: l’esordio di un secondo diciottenne

REPORTAGE DI NICOLO’ LAZZARINI – Quei 365 giorni sono stati i più lunghi di sempre. Ti dicono “manca solo un anno”, ma quell’anno sembra non passare mai. Guardi il calendario e vedi che restano ancora interminabili giorni prima di quel grande traguardo. Io quei 18 li ho desiderati come nulla prima d’ora.
Oramai le macchine da corsa ero stufo di vederle solo da sopra un muretto o dal mirino della mia macchina fotografica. Sognavo quel sedile da corsa, quelle cinture che ti stritolano ma che non sembrano mai troppo strette, quelle testate al rollbar. Sognavo persino un ritiro alla prima prova, pur di sedermi su una macchina da corsa e prendere finalmente parte ad un rally. Dopo anni di regolarità turistica, che sì, è una disciplina divertente, ma poco ha da spartire con quello sport adrenalinico e frenetico che è il rally, volevo davvero sperimentare quella passione che coltivavo da quando ero piccino.
Manca poco ai 18, circa un mese, quando arriva un messaggio su WhatsApp: “Nick, io e Chicco dobbiamo dirti una cosa. Dimmi quando possiamo trovarci”. È così che armato di centomila dubbi mi sono diretto al Concessionario Tremonti, in centro a Padova.
“Abbiamo una proposta da farti. Coi ragazzi dell’officina stiamo preparando questo mezzo qua (Chicco mi mostra una foto): è un BMW 320 degli anni 90 che era buttato nel campo. Fermo da anni. Lo vogliamo trasformare in una macchina da corsa, con rollbar, assetto, differenziale autobloccante, paracoppa, adesivi, sedili da corsa. Tra un mese esatto c’è il Rallyday Due Castelli, in Croazia. L’idea è di sfidare il mio amico Fabrizio Rossetti, che corre con un 124 Special T, navigato da suo figlio che farà 18 anni a metà febbraio. Vorrei anch’io correre per la prima volta con una trazione posteriore e con un giovanissimo all’esordio. Per fare il naviga bastano 18 anni. Vieni con noi?”
Sono rimasto di sasso. Sentivo l’ansia e l’emozione salire a mille. Non sono mai stato bravo a esprimere ciò che provo, tendo sempre a mantenere una espressione univoca in tutte le occasioni. Probabilmente non l’ho dimostrato, ma dentro di me stavo piangendo di gioia.
È così che dopo due settimane, dopo aver fatto la visita medica e raccattato tutto l’abbigliamento necessario, il duo “Kikko – Lazza” è comparso sull’elenco iscritti del Rallyday Due Castelli, col numero 46. L’esordio si avvicinava sempre più.
Poi però la sorte si è opposta: il martedì prima della gara sale la febbre. Chi mi conosce sa che mi ammalo una volta ogni 3 anni. È capitato a pochi giorni dal mio primo rally da naviga, e sembrava non scendere. Dopo una spesa di 50 euro in farmacia, all’ultimo decido di non rinunciare … Ho aspettato troppo tempo questo momento. I rally li ho sempre visti da fuori. Ora che posso viverli da dentro non ho intenzione di demordere.

La partenza è fissata alla sera del venerdì, con due Tachipirine in corpo mi presento al punto di ritrovo. La macchina da corsa è già partita per la Croazia, ma ho visto le foto ed i video: i ragazzi del Garage Tremonti hanno messo anima e cuore nel finire il BMW appena in tempo per la gara. A vederla dallo schermo del cellulare già mi emozionavo. Mancava solo salirci !
Sabato mattina mi alzo febbricitante ma carico al massimo: tocca alle ricognizioni. Il rally si sviluppava su due tratti da 5 e 9 chilometri, su fondo sterrato con alte velocità di punta. Il giorno seguente avremmo fatto “su e giù” per due volte, per un totale di 55 chilometri cronometrati.
Alla sera, sul palco di partenza, tutto il team ci ha incitati. E io, nel mio silenzio, un grazie verso il cielo l’ho mandato. Grazie Papà per questa immensa passione che mi hai trasmesso. Ora la sto vivendo davvero, anche se quella prima gara di cui tanto parlavamo la stavo vivendo senza di te.
La mattina di domenica è il gran giorno. Mi guardo dallo specchio dell’hotel. Con quella tuta bianca, le scarpe da corsa … Mi sento un po’ un supereroe, anche se il mio superpotere devo ancora capire quale sia …
La macchina, testata il giorno precedente, oramai la conoscevo bene. Quel brutto anatroccolo grigio che per me rappresentava il più bel cigno di tutto l’elenco iscritti. Quel sedile destro che oramai era diventato il mio piccolo ufficio, con tutto il necessario al posto giusto.
Start PS1, soffio nervosamente sull’interfono. Arrivati alla linea di partenza mi danno l’orario effettivo. “Vai per 5, 4, 3, 2, 1 … D4+ 50 S2 su dosso dritto 100”

Tutto si spegne attorno a me. Sto vivendo quel sogno. Tutte quelle ore passate davanti alla TV con i DVD di RallySprint. Tutto quel fiato usato per imitare il motore delle WRC da bambino. Tutti i soldi che mia mamma ha speso per quella collezione di macchinine. Tutte quelle ore passate guardando il cielo e immaginandomi nell’abitacolo di una macchina da corsa, a leggere le note.
Tutto quello sembrava passarmi davanti agli occhi come un film. Sto finalmente vivendo il mio sogno.
A risvegliarmi ci pensa Chicco, che mi fa giustamente notare che sto sbagliando a leggere le note, sono fuori tempo. Arrivo a fine PS amareggiato. Ho sbagliato, potevo fare meglio. “Non preoccuparti Nick, sei qui per imparare”. Chicco mi ha rincuorato per tutto il corso della competizione. Ho commesso tanti errori, anche gravi, ma mi ha sempre dato modo di capire dove stessi sbagliando. Non avrei potuto chiedere un pilota migliore per il mio esordio …
La gara non sto neanche a raccontarvela. Un mix di emozioni fortissime. Per la prima volta mi sono davvero sentito un rallysta.
La battaglia tra Chicco e Fabrizio Rossetti si è conclusa a favore nostro, con Rossetti che ha sofferto per tutta la gara di problemi allo sterzo. C’è da dire che della sfida in casa non mi è mai importato più di tanto: era tutto troppo bello per pensarci, e sono sicuro che pure Chicco e Fabrizio non ci hanno badato troppo. L’importante è divertirsi, sempre e comunque!
23esimi assoluti, sesti di gruppo. Su quel palco d’arrivo tutta l’ansia è svanita. E io il mio l’avevo fatto. Sono stato impreciso? Sì. Ho sbagliato? Molto. Ma che avventura ragazzi!
La macchina è arrivata in fondo sana e salva, e ringrazio infinitamente i ragazzi del Garage Tremonti per l’immensa mole di lavoro dedicataci nei giorni precedenti alla competizione.
Ringrazio tantissimo Chicco, il mio super pilota, che è stato sempre molto paziente e mi ha insegnato tutti i segreti del mestiere da naviga. Un enorme grazie anche a Diego, che per una volta mi ha ceduto il suo sedile ed è stato una presenza fondamentale per tutto il weekend.
Faccio tantissimi complimenti a Tommaso Botter, naviga di Fabrizio Rossetti: ha la mia stessa età, si è dimostrato bravissimo alla note ed una persona umanamente fantastica. Potersi confrontare, colmi di emozione, alla fine di ogni prova speciale è stato il massimo che potessi desiderare.
Esordio fatto, su una macchina costruita per i rally in un mese. Emozioni a mille …
Potevo fermarmi lì? Certo che no!
È così che, esattamente una settimana dopo, è arrivata l’esperienza a Grobnik, sempre in Croazia, al primo round del Rally in Circuit Championship, leggendo le note al sedicenne Luca Bortot.
Ma questa è un’altra avventura …
Questo è un sogno che continua!

azetamedia

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