FONTE: PER PORTOBELLOCAR, MASSIMO GIOGGIA – Maurizio Ribaldone: gli inizi nel Trofeo A 112 di ieri e l’avventura di oggi. Alla scoperta del Trofeo dedicato alla piccola Autobianchi A 112 Abarth
A metà anni ’70 l’Autobianchi A 112, in particolare la versione Abarth, era utilizzata tantissimo nel mondo delle gare (rally, salite, slalom…). Era la vettura ideale per tutti gli aspiranti piloti che, con una spesa modesta, potevano mettere alla prova la propria abilità di guida. Erano però anche gli anni in cui il gruppo Fiat / Lancia aveva cominciato a “fare sul serio” nel mondo dei rally, e servivano giovani talenti da inserire in squadra.
Fu così che al responsabile sportivo del tempo, Cesare Fiorio, venne l’idea di creare un campionato monomarca, dedicato proprio alla piccola Autobianchi. Auto tutte uguali e preparate nello stesso modo così da far emergere i piloti più bravi. E a fine stagione i migliori ottenevano un ingaggio dalla casa madre, per pilotare nei rally le Lancia Stratos, le Fiat 131 Abarth e, più tardi, la mitica Lancia Rally 037.
Un’intera generazione di piloti è arrivata da quel Trofeo tra cui piloti come Attilio Bettega, Fabrizio Tabaton, Gianfranco Cunico (solo per citarne alcuni) che sono entrati nella storia dei rally. Si cominciò nel 1977 con le piccole A 112 del Trofeo, in versione Abarth III Serie 70 Hp, che dovevano obbligatoriamente essere equipaggiate con un kit di sicurezza composto da roll bar, impianto antincendio, cinture di sicurezza, proiettori supplementari e un paracoppa dell’olio.
Si correva nell’ambito del Campionato Italiano Rally, solitamente nella seconda giornata delle principali gare; e i passaggi delle piccole Autobianchi erano davvero da non perdere. Cosa che il pubblico sapeva bene, tant’è che, anche se i migliori erano già passati, si fermava a vedere “quei matti delle A 112”, perché lo spettacolo non mancava di sicuro.
“Per me poter correre era un sogno” racconta Maurizio Ribaldone, di Portobellocar, “non vedevo l’ora. Ai tempi, a Biella, eravamo in tanti a essere appassionati: c’era la Scuderia Biella Corse e ci si trovava tutti lì. Io, che sono del 1958, quando ho compiuto 18 anni ho dovuto aspettare un anno per avere il patentino e la licenza e finalmente poter correre come navigatore”.
Ribaldone partecipa a un ventina di gare sempre come navigatore. Poi, dopo la laurea e dopo aver cominciato a lavorare, si compra un’A 112 Abarth 70 Hp V Serie.
“Per partecipare al Trofeo bisognava acquistare il Kit Abarth cosa che feci andandolo a prendere direttamente a Torino, nella sede Abarth di corso Marche, con Frank Molinari, che oggi è ancora con me nell’avventura Portobellocar. Il problema era che nell’A 112 il roll bar, che era già assemblato, in macchina non ci stava. Per cui, messo il portasci sulla macchina, lo legammo sul tetto e così andammo fino a Biella, dal meccanico. Cosa che a farla oggi minimo minimo ti arrestano!”.
La vettura dell’epoca fu preparata dal mitico Kuki Fren, giusto in tempo per fare il Rally della Lana, questa volta fece come pilota. “Un sogno che finalmente si avverò! Fu un’edizione pazzesca, con più di 50 A 112 Abarth al via. Non andò male… ricordo che, per essendo al debutto, facendo un confronto con i tempi delle vetture del rally, noi col “12” avremmo chiuso col quindicesimo tempo!”.
Poi si sa come vanno le cose… il lavoro, la famiglia, due figlie… Ribaldone si ritrova ad avere sessant’anni ma la passione, purtroppo inespressa, è sempre la stessa.
“Un giorno, per caso, trovai un’Autobianchi A 112 Abarth 70 Hp V Serie che era appartenuta alla mamma, purtroppo venuta a mancare, di un tassista di Torino. Era una ex “semestrale Lancia” ed era in buone condizioni. Decisi di prenderla, con l’idea di fare qualche gara di Regolarità Sport. Ho fatto una stagione così ma poi i regolamenti sono cambiati: si doveva mettere il roll bar e un mucchio di altre cose. A quel punto, avendo scoperto che esisteva il Trofeo A 112 Abarth organizzato dal Team Bassano, ho deciso di prepararla per poterlo fare. Il virus delle corse era sempre stato lì, latente, era bastato solleticarlo un po’ e tutto era tornato come un tempo!”.
Nel Trofeo A112 Abarth Storico, organizzato ancora oggi dal Team Bassano, si può correre con le versioni Gruppo 1, Gruppo 2, Gruppo N e Gruppo A. Ribaldone partecipa a tre edizioni con la versione Gruppo 1, che è la meno affollata, e vince per due anni il campionato Gruppo 1; poi decide di correre in Gruppo 2, quello più numeroso e più competitivo.
“Va detto che il Trofeo originale era nato come Gruppo 1; poi la fiche è stata ampliata per permettere alle vetture di correre come Gruppo 2. In più sono state fatte alcune deroghe, per modificare per esempio la “rapportatura” del cambio. Nell’ambito del Trofeo ho corso e correrò nell’ambito della categoria “Over 60”, riservata a chi aveva già partecipato al Trofeo originario”.
Ed eccoci ai giorni nostri. Il passaggio dal Gruppo 1 al Gruppo 2 è stato non facile anche per la vettura, sottoposta a un stress strutturale non da poco. “Per questo motivo ci sono stati alcuni ritiri e varie vicissitudini. Nel campionato dell’anno scorso, poi, che era iniziato abbastanza bene, con il Rally della Valsugana e il Rally della Lana, al Rally dell’Isola d’Elba, quando eravamo secondi della categoria “Over 60” del Trofeo, abbiamo rotto il motore e quindi ci siamo fermati.
Quest’anno siamo di nuovo iscritti al Trofeo, con l’idea di fare tre gare: Valsugana a fine maggio, Rally della Lana Storico a giugno più il Rally Storico Campagnolo a luglio. A quel punto, in base ai risultati, decideremo se andare di nuovo a fare il Rally dell’Isola d’Elba, per vedere se riusciamo a portare a casa un risultato”.
Per cui l’avventura Trofeo A 112 Storico per l’equipaggio PortobelloCar inizierà a Borgo Valsugana il 30 e 31 maggio. “Prima però dovremo completare la preparazione della nostra A 112 Abarth, che abbiamo affidato alle cure dello specialista Mario Decadenti di Biella“.
Ulteriori notizie saranno pubblicate nel sito Portobellocar.com.
Massimo Gioggia (Comunicazione e Promozione) per Portobellocar