DI GIULIA PAGANONI PER RALLYSTORICI.IT – Sulle Dolomiti con la Lancia Stratos. Penso che sia un sogno per tanti, per me in primis.
Un’esperienza nata per caso, chiacchierando con Dino Tolfo sugli eventi invernali è uscita l’idea della Winter Marathon (14-17 gennaio 2021). La voglia ovviamente non mancava, nonostante il fatto si trattasse di una regolarità storica, disciplina alla quale non siamo troppo appassionati ma che comunque riunisce un bel gruppo di amanti e intenditori di auto del passato, tra cui anche numerosi giovani.
E comunque sia, due giorni a bordo della Lancia Stratos per i più bei passi d’Italia era un’idea davvero allettante.
Un percorso di oltre 500 km, 15 ore di guida transitando per undici passi dolomitici, 65 prove cronometrate e 6 prove di media, tutto suddiviso su due tappe: la prima giovedì 14 e la seconda venerdì 15 gennaio.
Giovedì 14 gennaio l’appuntamento è stato a Madonna di Campiglio, località sciistica al momento attiva solo per questa manifestazione. Un’atmosfera strana all’accoglienza ma pur sempre animata dalla presenza di bellissime auto e un gruppo di appassionati volenterosi di cimentarsi in questa sfida.
Il nostro mood iniziale era quello di divertirci, fare strada con la bella Stratos e poter accumulare esperienza in vista della prossima stagione. E, perché no, provare a cimentarci in una regolarità storica.
I primi chilometri sulla neve
Partenza da Madonna di Campiglio, temperatura esterna intorno allo zero ma l’equipaggiamento teneva molto caldo; inoltre, la piccola della casa torinese ci ha tenuto a una buona temperatura grazie al suo fantastico riscaldamento.
Presa la tabella ho iniziato a indicare la strada a Dino per raggiungere le prime prove che ci avrebbero portato in direzione Passo del Tonale.
Una prova a media e poi varie prove cronometrate concatenate tra loro… ci abbiamo provato. L’ultimo pezzo di trasferimento per arrivare al Passo era tra la neve e con la strada un po’ sporca e questo ci ha animano e non poco, dico solo che non abbiamo fatto 2 metri con l’auto dritta. Arrivati al parcheggio in attesa del timbro, avevamo un sorriso a 32 denti. Prima di ripartire abbiamo usufruito del piacevole parcheggio ghiacciato dando un po’ di spettacolo con qualche tondo e poi via di rientro a Madonna di Campiglio facendo le stesse prove dell’andata ma al contrario.
Arrivati poco prima di mezzanotte, abbiamo messo a letto la Stratos e siamo andati a dormire.
In questa prima giornata abbiamo percorso circa 90 chilometri e diciamo che sono stati un assaggio di quello che ci avrebbe atteso il giorno successivo, quando oltre 400 km ci aspettavano.
Il cambio di mood del venerdì
Venerdì mattina a colazione io e Dino abbiamo guardato le classifiche pensando di aver fatto qualcosa di buono la sera prima ma in quel momento abbiamo avuto la conferma che la regolarità non è il nostro mestiere. Certo, bisogna anche dire che noi siamo partiti con un’app per smartphone e il monit che usiamo regolarmente durante le gare mentre i colleghi partecipanti avevano un equipaggiamento da fare invidia ai più esperti navigatori del deserto. E chapeau a loro per come sono riusciti a utilizzarli.
Il meteo era molto interessante, fondo con un po’ di neve e dal cielo scendeva qualche fiocco. Nessun dubbio, montiamo le gomme con i chiodini.
Che strano vedere la Stratos con quelle gommine strette, nei rally storici su asfalto monta i suoi bei gommoni che le permettono di avere una buona aderenza a terra mentre in questo caso dal parafango alla gomma c’era un bel po’ di distanza.
A bordo comunque la situazione era delle migliori. La mia posizione sempre perfetta, nonostante lo spazio ridotto ho trovato posto per tutto. Nella tasca della porta i guanti, lo scaldacollo e i telefoni. La termos con il the caldo nella borsetta attaccata al rollbar e una sacca con viveri e documenti vicino ai piedi. Meglio di così non poteva.
La giornata si prospettava lunga, la nostra partenza alle 11.38 dalla piazza di Madonna di Campiglio.
Siamo scesi verso Pinzolo e la strada iniziava ad essere bagnata e a tratti asciutta, non il massimo per le nostre gomme con i chiodi. Ma abbiamo sperato tutto nelle condizioni sui Passi con altitudini più elevate.
Concentrati per le prime prove cronometrate poi ci siamo trovati sul Passo Duron: curve, tornanti e un po’ di neve ai lati…come poter resistere???
Niente… io, Dino e, soprattutto, la nostra Stratos, non vedevamo l’ora di poter dare sfogo alle reali doti dinamiche dell’auto. E da quel momento il sei cilindri Ferrari è stata una sinfonia meravigliosa. In cuffia abbiamo parlato ciclicamente con il nostro seguito (la nostra assistenza Ksport, Massimo Gasparotto navigato per l’occasione dall’amico Francesco su Toyota Yaris Gr).
“Ragazzi, guardate quel tornate come ci chiama”. Questo è stato il mood della giornata, un divertimento assoluto.
A Molveno pit stop per il pranzo e poi via verso Bolzano, dove in una piccola pista erano previste una serie di prove cronometrate concatenate. Ecco, era talmente bella la pista che risultava un peccato transitare senza fare qualche controsterzo e senza ascoltare il sound del sei cilindri dietro alla nostra schiena. Così anche lì ci siamo fatti riconoscere 🙂
Benzina per la macchina, panino e soppressa per il pilota e via verso quelli che per me sono i passi alpini più belli: Passo del Pordoi, Passo Sella, Passo Campolongo ecc.
E devo dire che anche in questa occasione non si sono smentiti, addirittura il Pordoi è stato aperto appositamente per il nostro passaggio, quindi circa 2 metri di neve ai lati, strada un po’ ghiacciata e il canto del sei cilindri Ferrari ad accompagnarci per queste bellissime strade.
E cosa dire del Passo Mendola, non l’avevo mai percorso ed è meraviglioso con i suoi passaggi tra le rocce così scenografici che dato il periodo, le condizioni e l’auto mi fa fatto sognare per un momento di essere al rally di Montecarlo.
Un’esperienza oltre la competizione
Dopo 12 ore esatte, alle 23.38 ho consegnato la tabella a Madonna di Campiglio per l’arrivo.
Un’esperienza davvero sorprendente che mi ha davvero fatto sognare i tempi dei rally che furono…la notte, la neve e quelle meravigliose sensazioni che la Lancia Stratos è in grado di regalare.
Venerdì sera all’arrivo ero stanca, sì, ma anche felice. Credo che siano stati due giorni belli ma anche formativi, stare in macchina è sempre utile per apprendere quelle piccole sfumature che possono fare la differenza durante la stagione. Ma in particolare, è stata bella l’atmosfera e la passione che si è respirata.
Un’esperienza che ci ha lasciato molti insegnamenti e che ha incuriosito anche diversi amici appassionati che già si stanno informando sulla prossima edizione.
Un ringraziamento all’organizzazione e a tutti i sostenitori dell’evento, in particolare a Eberhard, che hanno fatto un grandissimo lavoro per rendere la manifestazione possibile e così memorabile.
Immagine fornita da Eberhard.