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Rallye San Martino 2019, la Fiera del Primiero

FONTE: UFFICIO STAMPA RALLYE SAN MARTINO, CARLO RAGOGNA – L’orgoglio di Orsolin sempre presente nell’Historique con la sua Porsche 911
28 agosto 2019_“Quasi ci siamo” ricorda a sé stesso Antonio Orsolin. Tra meno di due settimane (13/14 settembre) l’appuntamento fatidico con l’Historique Rallye San Martino abbinato alla sfida moderna valida per il Campionato Italiano Wrc. Non se ne perso uno da quando, nel 2010, la San Martino Corse decise di organizzare anche una corsa vintage, rimettendo in ballo le splendide dame a quattroruote che ancora fanno sognare schiere di appassionati dell’arte del traverso. La Porsche 911 Rs nel garage di casa, a Fiera di Primiero, trattata con i guanti perché sia pronta a ruggire quando scatterà il semaforo verde allo start. “Sono nato nel 1964 come il San Martino – racconta Orsolin – e a me piace pensare che questa cosa sia una specie di segno del destino. Per noi primierotti il Rallye è un’istituzione, anche se gli vediamo i difetti come a un amico caro. Se mi metto nei panni di un concorrente dell’Historique, non posso fare a meno di pensare che il lungo trasferimento verso il Manghen stressa maledettamente le nostre macchine già in tensione per gli sforzi in prova speciale. Poi quando arriviamo lì, la sfida è così bella che ti fa dimenticare tutto il resto”. Stavolta potrebbe esserci il debutto sul sedile di destra dell’adorata figlia Eva. “Se ogni tassello si mette per il verso giusto sarà con me nell’avventura”. Manghen a parte, qual è il tuo giudizio sulle prove speciali? “Val Malene accorciata per i lavori di ripristino è meno impegnativa, ma comunque complicata con la discesa caratterizzata da curve e controcurve. La nuova di Morello è una piacevole sorpresa, praticamente inedita per tutti. La Gobbera si fa amare, strada ampia e guidabile, tornanti puliti, godimento assicurato in macchina e per gli spettatori. Nel passaggio a Imer c’è sempre un pubblico eccezionale. La San Martino cittadina regala emozioni ai turisti, un trionfo di luci e sgasate. Però a me piaceva di più nel toboga del piazzale Rosalpina, dove uscivi dalle curve di freno mano. Io non sono uno che guarda il tempo, m’interessa poco. L’importante è divertirmi”.

Ufficio Stampa – Carlo Ragogna

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