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Mozzi-Biacca vincono la Coppa Attilio Bettega

SI PUBBLICA IL NUOVO TESTO RETTIFICATO E A SOSTITUIRE IL PRECEDENTE (AUTORE ROBERTO CRISTIANO BAGGIO) – Altro che Montecarlo! Mai vista tanta neve sul percorso della Coppa Attilio Bettega, giunta alla seconda edizione, gara di regolarità classica andata in scena il 12 e 13 febbraio. Neanche alla Coppa Mario Dalla Favera, alla quale è subentrata nel calendario, s’era mai visto così tanto bianco.
Innevate tutte le prove, compresa quella di Valstagna, la più “bassa” tanto che nel cuore della notte sono dovuti intervenire i mezzi di soccorso per garantire il passaggio delle vetture.
Una cinquantina gli equipaggi presentatisi al nastro di partenza di Cittadella (Pd) e poco più di trenta quelli regolarmente transitati sotto lo striscione d’arrivo al termine di due tappe per complessivi 460 chilometri e ventotto prove di abilità.
Una gara d’altri tempi, che ha stregato piloti e navigatori e richiamato, nonostante il freddo, spettatori e appassionati nel cuore della notte.
Partito coi favori del pronostico, Giordano Mozzi al volante della Fulvia HF con la quale ha dominato il Montecarlo Storico sino alla penultima speciale, è riuscito a vincere la Coppa ma ha dovuto soffrire più del previsto per tenere testa alla Beta Coupè di Enzo Scapin, coadiuvato al radar da Ivan Morandi, e alla Fulvia HF contrassegnata dal numero 14 di Marco e Riccardo Leva, padre e figlio, che ha richiamato alla memoria l’epica cavalcata di Sandro Munari e Mario Mannucci al Monte del 1972.
Subito fuori il vincitore del Tre Regioni, Maurizio Senna, piantato in asso dalla cinghia dell’alternatore appena entrato nella speciale d’apertura, il comando della gara è stato preso dai soroprendenti fratelli Marcello e Mauro Balloni, su Fiat Ritmo 130 TC Abarth, incalzati da Enio Biasci e Paolo Balestra su Fiat 124 ST e poi da Pollini-Barelli su Beta coupè. Più indietro i big, con Marco Leva che ha avuto il suo bel daffare per tenere a bada uno scatenato Gianmarco Rossi su Fiat 124 Special T particolarmente a suo agio sul fondo viscido e traditore. Al termine della prima frazione, con sosta corroborante alla Birreria di Romano Cornale in Valbrenta, i due Balloni erano ancora sorprendentemente al comando con appena 49 penalità, seguiti da Biasci, Pollini e Scapin. Leva, settimo, sognava il grande risultato ma Mozzi, in coppia con la moglie Stefania Biacca, ha sfoderato tutti i numeri del mestiere, attaccando l’amico con una serie di prestazioni cronometriche che lo hanno catapultato al primo posto, favorito anche dalla debacle tecnologica dei Balloni, piantati in asso dalla strumentazione quando erano vicini al grande sogno. Il successo ha ripagato così Mozzi della delusione patita al Montecarlo quando, ad un passo dal traguardo, è stato penalizzato oltremisura dalla nebbia e dalle gomme degradate che gli hanno fatto perdere tutto il vantaggio accumulato.
Bravissimo è stato il bassanese Scapin a rimanergli incollato a pochi punti di distacco mentre Leva, assicuratosi il bronzo ha vinto meritatamente la “classifica epica”, novità della gara, istituita dall’organizzatore Ivo Strappazzon per premiare chi non s’è risparmiato durante la manifestazione. La classifica epica, infatti, tiene conto di tutti i punti accumulati lungo le prove, comprese quelle annullate.
La Coppa Bettega, onorata dalla presenza come apripista di Alessandro, figlio del grande campione trentino per l’occasione coadiuvato dal primo navigatore di Attilio, Maurizio Detofoli, s’è dipanata tra massiccio del Grappa, altopiano di Asiago, Feltrino e Trentino, con settori di abilità lungo le stradine rese famose dal S. Martino di Castrozza degli anni Settanta.
Le condizioni meteo hanno messo alla frusta piloti e macchine, costringendoli ad affrontare difficoltà di tutti i generi. Ne è uscita una gara per grandi interpreti, spettacolare, incerta ed emozionante che resterà per sempre tra i ricordi più belli di quanti l’hanno affrontata con coraggio e spirito d’avventura.
Non s’è tirata indietro Alexia Giugni: oltre ad assicurarsi la Coppa delle dame, ha vinto in coppia con Lorena Capoccia anche la speciale classifica dedicata a Mario Dalla Favera, riservata agli equipaggi delle Porsche 356. A consegnargliela è stata Mario De Pasquale, cugino del pilota padovano perito tragicamente nel corso delle prove della Parma-Poggio di Berceto del 1955 al volante di una Ferrari.
Per quanto riguarda i Raggruppamenti, nel Settimo il successo è andato a Scapin-Morandi (Lancia Beta coupè) davanti a Biasci-Balestra, Giacoppo-Grillone, Iacovelli-Bertoletti e a Nolli-Defendi, tutti su A 112 Abarth.
Nel Sesto primo posto per Mozzi-Biacca, davanti a Cristiano-Colpani (Porsche 911 St), De Marin-Ruzzier (Fulvia coupè 1.3), Galavotti-Vezzelli (Beta coupè) e Micor-Micor (Mini Cooper 1.3).
Successo di Marco e Riccardo Leva nel Quinto Raggruppamento. Alle loro spalle Rossi-Faedi (Fiat 124 ST), Concari-Stradiotto (Opel Manta Sr 1500), Cavicchioli-Taffarel (Porsche 914) e Sergnese-Farina (Fulvia coupe 1.3). Alexia Giugni prima nel terzo Raggruppamento.
La classifica per scuderie ha visto il successo della Padova Autostoriche davanti alla Squadra Corse Isola Vicentina e al Cmae di Milano.
Mauro e Marcello Balloni si sono consolati con la conquista del trofeo riservato al primo equipaggio classificatosi al volante di una Fiat Ritmo.
Volti tirati ma soddisfatti alla fine della cavalcata durata più di quattordici ore e grande festa per i vincitori, seguiti dal Fan Club istituito a loro nome.
Battuta finale a Ivo Strappazzon, a capo del Rally Club 70 organizzatore della manifestazione: “Mai successo prima d’ora di avere tutte le prove di abilità innevate. È stato fantatico. L’alba ci ha sorpreso dalle parti del Col Perer con una luce straordinaria e un paesaggio da favola. Pareva di essere in Finlandia”.
E a conferma delle parole del patron della Coppa Attilio Bettega, il ritorno lungo le speciali, il giorno dopo la gara, di Roberto Cavicchioli con la Porsche 914 con la moglie al fianco, felice come un bambino di poter calpestare nuovamente la neve…

azetamedia

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